Note di vaniglia e frutta secca, l’aroma di caffè si sprigiona da una tazzina bianca in porcellana sottile. Il rumore di un’affollata via Oberdan e il sole cocente di giugno entrano in punta di piedi dentro una caffetteria dall’atmosfera tranquilla, che sa di altri tempi. “Quando ero piccolo dovevo salire in piedi sulla cassa in legno del Campari per arrivare alla macchina del caffè”, racconta sorridendo Manuel Terzi, che dietro al bancone del bar ha dato forma ai suoi sogni di ragazzo da quando era appena 12enne.
“Sono letteralmente nato in questo mondo, i miei nonni gestivano la birreria Ronzani, nel Quadrilatero – ricorda l’imprenditore, 59enne -. Dopo gli studi sono tornato con molta soddisfazione al settore del bar. Ho aperto diverse attività, ma quando il lavoro notturno è diventato troppo pesante, io e mia moglie abbiamo deciso di guardarci attorno e ci siamo resi conto che, sebbene diffusissima, la caffetteria era lacunosa sotto diversi punti di vista”. Caffè Terzi oggi a Bologna è un punto di riferimento per chi vuole gustare un caffè pregiato, scegliendo tra diverse proposte di miscele ottenute da filiera corta o da acquisto diretto al produttore. “Abbiamo pochi clienti, in tutto il mondo, e tutti ci chiedono un ritorno alla caffetteria tradizionale, autentica”, sottolinea Terzi. Tre negozi a Bologna, tra cui il chiosco “Terzi to go” in piazza Aldrovandi, sei locali affiliati in Spagna e collaborazioni avviate in altri Paesi, fanno di Caffè Terzi una realtà estremamente interessante per attenzione al prodotto e strategia d’impresa.
Eppure trovare lavoratori che volessero intraprendere questo affascinante viaggio nel mondo del caffè pregiato è sembrata per un po’ una caccia al tesoro. Al punto che l’imprenditore ha deciso di lanciare un appello attraverso la stampa locale per cercare nuovi dipendenti per la sua attività in espansione. Da qui è nata la collaborazione con Insieme per il lavoro che ha portato all’inserimento lavorativo di un beneficiario del progetto, ma all’orizzonte potrebbero esserci nuove assunzioni.
“Io e mia moglie Elena siamo estremamente felici della collaborazione con Insieme per il lavoro – dice entusiasta Terzi -. Abbiamo inserito Mohammed che è per noi la persona giusta per questo lavoro. E’ un ragazzo disponibile, gentile e discreto, piace alle persone e a noi”.
Da Terzi ogni dettaglio è curato con attenzione, anche la relazione con le persone è un ingrediente di quella miscela complessa che è il caffè di qualità. “In Italia oltre il 90% delle persone consuma abitualmente caffè – continua Terzi con la propria storia imprenditoriale -, qui sono nati il bar e la macchina del caffè, c’è un grande utilizzo del prodotto ma poca cultura”.
Impresa non facile dunque puntare tutto su un settore estremamente concorrenziale e apparentemente saturo. “In realtà – spiega Terzi - ci siamo resi conto, cercando fornitori, che era impossibile reperire caffè di alta qualità: parliamo di 25 anni fa e il mercato di allora era diverso dall'attuale. Così abbiamo cominciato a risalire la filiera e abbiamo capito che l’unica strada percorribile in quel momento era produrre caffè in proprio”. Con coraggio e determinazione Manuel ed Elena Terzi vanno avanti verso i propri obiettivi: “Abbiamo trovato uno stabilimento in Friuli che per molto tempo ha avuto come core business il rifornimento delle caserme. Ma con l’abolizione della leva militare obbligatoria, i titolari si sono resi disponibili ad affittare la struttura”.
Da cosa nasce cosa. “Siamo stati i primi in Italia a modificare la tendenza standardizzata del caffè scuro adottando un profilo di tostatura più chiaro rispetto alle miscele più diffuse”, aggiunge Terzi che oggi seleziona personalmente i produttori di materia prima con un occhio di riguardo all’aspetto etico e ambientale della produzione. Ogni anno sono svariati i produttori che si rivolgono ormai direttamente a Caffè Terzi, e così l’offerta non si arresta mai, le proposte ruotano e gli appassionati troveranno sempre un buon caffè ad attenderli al bancone o in confezione realizzata per la moka di casa.
In foto: Manuel Terzi