Anche nel 2018 la città metropolitana di Bologna conserva il primato del tasso di occupazione totale fra le grandi province italiane con il 72,4%, un valore significativamente elevato e in leggera crescita sul 2017 (+0,6%). Gli occupati sono in totale circa 466.000 (+ 2.300). In classifica seguono Firenze, Milano e Trieste ma tutte sotto il 70%.
Il primato risulta confermato anche per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile (passato dal 66,7% al 67,3%, +1.300 donne occupate) sempre davanti a Firenze e Milano e per quello di occupazione maschile (dal 77,1% del 2017 al 77,7% del 2018, circa 1.000 occupati in più), in questo caso al secondo posto c’è Padova seguita da Milano.
Primo posto nella classifica del tasso di occupazione anche per il Comune di Bologna, che risulta la grande città con il tasso di occupazione più elevato (74,2%), seguita da Firenze (71,9%) e Milano (71,3%). Nel comune di Bologna risultano occupati nel 2018 circa 184 mila individui, che rappresentano il 39,5% degli occupati dell’intera area metropolitana.
Non deve stupire che insieme all’aumento del tasso di occupazione il rapporto rilevi anche un aumento del tasso di disoccupazione che nella città metropolitana di Bologna passa dal 5,1% al 5,6%. Questo è dovuto al fatto che nel 2018 a livello metropolitano si assiste a un forte calo degli inattivi (coloro che non fanno parte della forza lavoro e non sono né occupati né disoccupati, nel senso che non hanno un lavoro e non lo cercano), passati da circa 152 mila a 146 mila (-4%), che vanno ad incrementare il numero dei disoccupati.
Ancora una volta la disoccupazione bolognese è comunque ampiamente inferiore a quella nazionale (10,6%) e conquista il primo posto nella graduatoria del tasso di disoccupazione tra le principali province italiane davanti a Firenze e Padova, le uniche altre due province sotto la soglia del 6% (entrambe al 5,8%). L’area bolognese rimane al secondo posto per quanto riguarda il tasso di disoccupazione maschile (4,9%), mentre guadagna ben due posizioni per quello femminile (6,5%).
Anche il capoluogo è al primo posto tra le grandi città essendo quella con il tasso di disoccupazione più basso (5,4% pur in leggero aumento dal 5,2% del 2017 sempre a causa del calo degli inattivi) ed è seguito da Firenze (5,7%), Venezia (6,0%) e Milano (6,2%).
Questi i principali risultati emersi dall'analisi del mercato del lavoro nell'area metropolitana bolognese nel 2018, elaborata dall'Ufficio Statistica del Comune di Bologna partendo dai dati della rilevazione continua sulle forze di lavoro dell’Istat, la principale fonte di dati statistici di natura campionaria sul mercato del lavoro italiano. Nel complesso della media italiana 2018 sono state intervistate oltre 250.000 famiglie e un totale di circa 600 mila individui residenti nel territorio nazionale. Le famiglie intervistate nel 2018 nell’area metropolitana di Bologna sono state 2.638.
Rispetto al tasso di occupazione il rapporto si sofferma anche su alcuni approfondimenti rispetto a genere, età, struttura e settori.
I tassi di occupazione per classi d’età e genere
L’analisi del tasso di occupazione riferito alle diverse classi d’età mostra anche per il 2018 un’ampia forbice tra le classi centrali e quelle più giovani e più adulte.
Rispetto al 2017 è la fascia 15-24 anni che registra il calo complessivo maggiore (-1,2%) determinato dalla componente maschile che si riduce di oltre 3 punti percentuali, mentre quella femminile cresce dell’1,4%. Andamento diametralmente opposto per la classe 45-54 dove sono i maschi a crescere in maniera significativa, mentre le femmine calano di oltre 3 punti percentuali.
La struttura dell’occupazione: leggero calo dei servizi e aumento dell’industria
Nel 2018 l’occupazione nell’area metropolitana bolognese si caratterizza per la presenza di 79 dipendenti e 21 autonomi ogni 100 occupati.
In relazione al settore di attività economica, l’industria (+ 2.000 occupati rispetto al 2017) dà lavoro a circa 121.000 persone, pari al 26% dell’occupazione a livello metropolitano. Nei servizi, dove lavora la maggior parte degli occupati (71,5% pari a 333.000 persone), si assiste ad un leggero calo (circa 1.000 occupati in meno). L’agricoltura riveste da un punto di vista occupazionale un ruolo residuale e il numero degli addetti (11.700) nell’ultimo anno ha recuperato una parte dei posti di lavoro persi a partire da inizio decennio.
A questo link il rapporto completo