Corso in carcere per centralinisti: i detenuti lavoreranno al Caf Acli

Cherubini: "La formazione finanziata è uno strumento fondamentale di Insieme per il lavoro per far fronte alle difficoltà delle persone fragili. L'obiettivo è creare lavoro senza ricorrere all'assistenzialismo".


Otto detenuti del carcere della Dozza formati per diventare centralinisti ed essere inseriti a tempo determinato al Caf Acli. È l’iniziativa in corso, e in via di conclusione, all’interno dell’istituto penitenziario di Bologna che prevede un percorso di 250 ore, finanziato da Insieme per il lavoro, realizzato in collaborazione con le Acli e con Oficina, l’impresa sociale che organizza corsi di formazione professionale e servizi a supporto dell’occupazione, dell’integrazione e delle pari opportunità sociali.

Il progetto è strettamente finalizzato all’inserimento lavorativo dei destinatari all’interno del servizio di call center di Acli Service per le attività di patronato e Caf. L’obiettivo specifico dell’attività formativa è fornire ai partecipanti competenze tecniche di base in ambito amministrativo e di segreteria, sul tema della gestione dei flussi comunicativi, sul trattamento dei documenti amministrativi-contabili, sulla gestione degli appuntamenti oltre le competenze in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Le lezioni, tenute da formatori esperti del settore amministrativo-segretariale, si svolgono adottando un approccio didattico di tipo laboratoriale, in raccordo con Acli service, basato su esercitazioni pratiche e su simulazioni di processi di lavoro reali.  

Per poter accedere al percorso, i detenuti coinvolti si sono iscritti a Insieme per il lavoro. I partecipanti, che se disoccupati ricevono da Insieme per il lavoro una indennità oraria di partecipazione, sono supportati, individualmente e in gruppo, da un tutor.

“La formazione finanziata è uno strumento fondamentale messo in campo da Insieme per il lavoro per far fronte alle difficoltà delle persone fragili – dice Giovanni Cherubini, referente di Insieme per il lavoro all’interno dell’Arcidiocesi di Bologna –. L’obiettivo è creare nuovo lavoro, senza ricorrere a forme di assistenzialismo bensì mettendo le persone che vivono situazioni di fragilità in condizione di poter ritrovare, proprio grazie al lavoro, una propria autonomia”.

Il progetto, partito a ottobre, “punta sull’inclusione e sul lavoro – ha spiegato  poche settimane fa a il Resto del Carlino Armando Celico, direttore di Oficina – due aspetti sempre più essenziali: il lavoro, infatti, è il primo strumento di integrazione sociale".

“Grande attenzione – aveva aggiunto Celico parlando con la stampa – è rivolta non solo al lavoro e alla formazione, ma anche e soprattutto alle persone: trattandosi di un progetto pensato per i detenuti, sappiamo che una delle nostre priorità sarà quella di motivarli, soprattutto durante un periodo complicato della loro vita. Anche per questo sarà fondamentale la figura di un tutor, che curerà i loro percorsi: l’obiettivo è che almeno sei detenuti possano essere assunti a tempo determinato come centralinisti al Caf Acli".

 

Foto: Unsplash

30/11/2023

 
Data ultimo aggiornamento: 30-11-2023