“Ho capito molte cose in questi anni: a volte le competenze non bastano”. Enrico Biondo, 64 anni, svolge attività di segreteria negli uffici dell’associazione Avvocato di strada, l’organizzazione nazionale di volontariato con sede a Bologna che fornisce assistenza legale alle persone senza fissa dimora. Racconta la sua storia dalla sua postazione nella stanza in cui si occupa di logistica, spedizioni, shop solidale e organizzazione di eventi. L’associazione è stata per Enrico una scialuppa di salvataggio che è diventata in pochi mesi una famiglia. Insieme per il lavoro ha mediato l’inserimento lavorativo di Enrico che attualmente ha un contratto di un anno, e spera di poter ottenere un rinnovo.
Biondo ha lavorato molto tempo nel mondo della ristorazione. Ma quando ha lasciato per motivi personali il posto di lavoro, dopo 12 anni in Camst, non è riuscito a trovare un altro impiego. Da allora, sono passati quasi dieci anni. “Non avevo fatto i conti con l’età: avevo 55 anni ed ero fuori dal mercato del lavoro, pur avendo maturato una professionalità”.
Bolognese, classe 1959, Enrico aveva già fatto esperienza alcuni cambi di rotta nella vita. Nel 1992, per esempio, dopo alcuni anni di lavoro nel settore commerciale ha imbracciato la sua chitarra per seguire la sua passione e suonare nei locali di mezza Italia, al punto da farne il suo lavoro principale, trasferendosi in Veneto, fino al 2002. La carriera musicale, ricca di stimoli artistici e di soddisfazioni, ha subito una battuta d’arresto in concomitanza con la necessità di Enrico di tornare a Bologna per accudire i genitori anziani. Da lì, è arrivato il lavoro in Camst come responsabile di punto bar nel quartiere fieristico.
“Quando, nel 2014, quel lavoro è finito, ho avuto dei seri problemi finanziari e non avevo più soldi per pagare l’affitto – racconta Enrico –, mi sono ritrovato da un giorno all’altro in dormitorio, dove ho dato una mano in cambio di un posto letto”. Attualmente Enrico condivide con altre persone un alloggio offerto dall’associazione Piazza Grande sei anni fa. Negli anni ha svolto lavori a intermittenza fino all’arrivo del lockdown che ha rappresentato per lui, come per molte persone in condizioni di fragilità, uno stop. In quel momento complicato, Enrico è entrato in contatto con l’associazione Avvocato di strada con un tirocinio di 4 mesi e alcuni periodi di volontariato. “Sono passati due anni e sono ancora qui – racconta con il sorriso – grato dell’opportunità lavorativa avuta nonostante diversi problemi di salute e famigliari che sono subentrati nel frattempo”. Enrico ha un contratto part time di cinque ore al giorno che gli permette di mantenersi. “Qui mi sento finalmente a casa – dice – vado d’accordo con tutti, ho riacquistato dimestichezza con la tecnologia e sono felice di poter dare un contributo alle attività dell’associazione”.
In foto: Enrico Biondo
01/12/2023