Insieme per il lavoro ha incontrato le imprese, nel consueto evento che annualmente le vede protagoniste di una serata speciale, a loro dedicata. Un evento che di anno in anno diventa sempre più ricco e importante e quello del 2 luglio scorso, nell’aula magna di Villa Guastavillani, sede della Bologna Business School, è stato imponente. Settanta le imprese che hanno aderito all’iniziativa, dal titolo “L’unione fa il lavoro” , ovvero un modello innovativo di collaborazione tra pubblico e privato. “Non un evento meramente celebrativo – come ha sottolineato il Cardinale Matteo Maria Zuppi nel suo intervento – ma un momento per raccontare le attività, le esperienze”. Esperienze che si fondano su un modello virtuoso particolarmente efficace nell’ambito del lavoro, come quello che vede in partnership i soggetti pubblici e quelli privati, tema guida della serata.
L’evento delle imprese 2024 è stato anche l’occasione per lanciare, davanti alla platea di 150 ospiti presenti, il nuovo Report delle attività e piano di lavoro : il documento annuale che Insieme per il lavoro realizza con la collaborazione attiva di tutti i team e che contiene le attività svolte nell’anno precedente, quelle in corso, i numeri e le prospettive.
“La moltiplicazione delle opportunità viene dal fare le cose insieme agli altri. Non si impara da soli, ma solo insieme”, ha detto nella sua introduzione Max Bergami, Dean della Bologna Business School. “Si parla molto di onboarding – ha aggiunto il professore – perché non è scontato che le persone abbiano facilità a inserirsi quando trovano lavoro, l’accompagnamento è una delle caratteristiche più importanti di un inserimento di successo”.
La giornalista del quotidiano Il Sole 24 Ore, Ilaria Vesentini, che ha moderato gli interventi si è soffermata sui numeri particolarmente positivi delle attività di Insieme per il lavoro nell’ultimo anno e ha sottolineato come nonostante il periodo di piena occupazione che stiamo vivendo sul territorio metropolitano “esiste un trend in forte crescita che ci racconta di un’esigenza delle persone di essere accompagnate nel loro percorso verso il lavoro”.
Sul palco, Lucia Ghirardini, Head of People Experience, Culture & Inclusion in Automobili Lamborghini S.p.A. Bologna e Presidente Rete Capo D ha parlato dell’importante esperienza di 8 imprese che “dal 2019, anche su impulso della Città metropolitana, hanno fatto rete per diffondere temi fondamentali, come quelli dell'inclusione e della parità di genere".
Valerio Montalto, Direttore Generale del Comune e della Città metropolitana di Bologna ha messo l’accento sull’importanza di fare sistema per quanto riguarda le politiche del lavoro. “Come Comune e Città metropolitana – ha detto Montalto – ci è sembrato fondamentale unire i servizi: lo Sportello comunale per il Lavoro e Insieme per il lavoro hanno un unico fine e per questo li abbiamo messi assieme”. Il riferimento è alla creazione dell’Ufficio comune Sviluppo economico, imprese, occupazione, Città metropolitana e Comune di Bologna, istituito un anno fa. Per quanto riguarda Insieme per il lavoro: “Questo modello va sostenuto – ha riflettuto – e irrobustito ogni giorno continuando ad alimentare quel clima positivo tra il pubblico e le parti sociali che in questi anni non è mai mancato”: Montalto ha parlato anche del Polo per il lavoro in via Tiarini: “La struttura – ha specificato – è ancora in cantiere, ma dal 2025 avremo la possibilità di far confluire nello stesso luogo esperienze diverse al servizio dei cittadini”.
Ha preso poi la parola Franco Mosconi, Professore di Economia e Politica industriale all’Università di Parma che ha parlato dell’importanza nella nostra società della possibilità di dare alle persone una seconda chance: “Insieme per il lavoro lo fa – ha detto Mosconi – e questo è straordinario”. Il professore ha anche riflettuto su come “uno dei mali più forti della società sia la disuguaglianza: occorrono tempi lunghissimi per risollevarsi e sebbene l’Emilia Romagna sia la prima regione in Italia per molti indicatori, anche qui ci sono persone che non studiano e non lavorano e hanno bisogno di supporto”.
Al termine del primo tavolo di confronto è stato proiettato un video su Insieme per il lavoro e sua alcune sue esperienze raccontate attraverso la voce dei protagonisti.
Nel secondo panel sono intervenute le imprese. Niccolò Banzi, della Cremeria D’Azeglio, ha catturato l’attenzione di tutti i presenti. Poco più che ventenne, il giovane imprenditore si è rivolto a Insieme per il lavoro per trovare personale per la sua gelateria e ha raccontato sul palco la sua esperienza positiva con il progetto: “Abbiamo realizzato in poco tempo un inserimento a tempo indeterminato e due stage”. Marco Baraldi, del board della Fondazione Motul Corazón, ha illustrato la bellissima esperienza formativa per giovani meccanici autoriparatori: “Un esperimento molto positivo che Motul vuole replicare – ha commentato Baraldi – e stiamo lavorando per andare avanti”. Samanta Zucca, Presidente di Ncv, ha raccontato con grande emozione la sua esperienza nella cooperativa della logistica in cui lavora da 28 anni e le buone pratiche che questa azienda ha messo in atto e che hanno permesso di stringere una splendida collaborazione con Insieme per il lavoro. “In una impresa le persone sono importantissime. Con Insieme per il lavoro ne abbiamo selezionate un centinaio, 40 sono oggi parte della nostra famiglia, di cui 20 sono ora assunte a tempo indeterminato. Per noi l’integrazione – ha concluso Zucca – è un valore fondamentale”.
A conclusione della serata e prima di un momento conviviale e di networking con le imprese, ci sono state le conclusioni affidate Sindaco di Bologna Matteo Lepore e all’Arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. “Non abbiamo costruito soltanto un servizio basato sui numeri – ha detto il Sindaco Lepore – ma il valore aggiunto della comunità che sta dietro Insieme per il lavoro sono le persone. Era una sfida e chi lavora a questo progetto ci è riuscito”. Era necessario l’intervento della Chiesa per creare un progetto come Insieme per il lavoro? È stata la domanda provocatoria della giornalista al Cardinale Zuppi. “Ci voleva la comunità” è stata la risposta dell’Arcivescovo che ha anche aggiunto: “Non è scontato imparare a lavorare assieme". Il Cadinale ha poi concluso:" Stasera ho imparato molte cose: il progetto cresce, ci sono nuove sfide, il metodo funziona per tante imprese e quindi può funzionare per molte di più”.