Il reportage di Jesus su Insieme per il lavoro

"L'unione fa lavoro"

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Storie di persone, di imprenditori e di lavoratori. Storie di chi ce la fa. Storie di incontri, di relazioni e di collaborazione. Storie di vita e di progetti e di fiducia. Dietro le attività di Insieme per il lavoro ci sono soprattutto loro: le storie che nascono nel laboratorio di una legatoria o nei campi di una cooperativa agricola, dietro il bancone di un supermercato oppure in una fabbrica di automobili.

Il mese di dicembre di Jesus, mensile di inchieste e dibattiti sull’attualità religiosa, racconta così Insieme per il lavoro, con un lungo e bel reportage che accende una luce sulle realtà nate grazie al progetto, di cui ripercorre le tappe dalla nascita a oggi. “L’unione fa il lavoro” si intitola l’articolo (che puoi leggere Documento in formato Adobe Acrobatqui(1260 KB), per gentile concessione di Periodici San Paolo) a firma di Vittoria Prisciandaro con foto di Martino Lombezzi. "Insieme per il lavoro non è assistenza – spiega bene il testo del reportage - ma un paradigma nuovo di operare, basato sulla sinergia tra ente pubblico, aziende e Chiesa”.

“È il primo esempio realizzato in Italia di sussidiarietà circolare”, dice nel testo l’economista Stefano Zamagni, tra gli ideatori del progetto e presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali. Al punto che questa esperienza, unica in Italia, ha suscitato l’interesse di altre diocesi che vorrebbero replicare il modello bolognese. Nell’articolo si spiega anche cosa si intende per “persone fragili”, i destinatari di Insieme per il lavoro: un termine che “indica soggetti precisi, persone che se accompagnate possono poi continuare a camminare da sole”, nelle parole di Giovanni Cherubini, il responsabile del progetto per la diocesi. Le persone fragili sono in quella fascia grigia che difficilmente trova collocazione attraverso le agenzie per il lavoro. La differenza è soprattutto nella relazione che si crea con le aziende.