Professione: rottamaio. Storia di un autoimpiego di successo

Volcer Ahmetovic si occupa di commercio all'ingrosso di rottami e sottoprodotti metallici della lavorazione industriale dopo aver seguito il percorso di Autoimpiego di Insieme per il lavoro

foto di corredo
 

Si è imprenditori prima di tutto con la testa. Lo si è prima di ogni iter burocratico, prima del fatturato, prima ancora dell’impresa stessa. Quando Volcer Ahmetovic ha cominciato a dare forma al suo progetto, con sé aveva soltanto i suoi vent’anni e qualche rottame ferroso tra le mani. Ma dietro un’impresa che funziona, c’è sempre una buona dose di coraggio. Nato a Bologna ventiquattro anni fa, da una famiglia di origine bosniaca che del commercio dei rottami metallici ha una tradizione costruita generazione dopo generazione, Volcer ha deciso di scommettere tutto su questo settore e su sé stesso e, in piena pandemia, ha seguito il percorso di autoimpiego supportato dai tutor di Insieme per il Lavoro. “Quel percorso è stato fondamentale per me, per arrivare dove sono oggi”, racconta.

Tutto è cominciato con un piccolo autocarro preso in prestito, essenziale per portare gli scarti in fonderia. Oggi “Fonderie per l’Italia” – così si chiama la ditta individuale di Volcer, con sede a San Lazzaro di Savena – ha investito in attrezzature da taglio, ha tre automezzi di proprietà e il progetto di acquistare un capannone. Non solo: nel primo trimestre del 2022 la ditta, che è iscritta all’albo nazionale dei gestori ambientali costituito presso il ministero dell’Ambiente, ha già raggiunto e superato il fatturato dell’intero 2021.

Le quotazioni dei metalli non hanno più segreti per Volcer che non è mai impreparato sui prezzi al chilo: si dedica ogni giorno al commercio all’ingrosso di rottami e sottoprodotti metallici della lavorazione industriale, ma il suo lavoro ha tante facce. “Mi occupo io stesso delle demolizioni di macchinari non più funzionanti, trattori, ruspe, escavatori”. Nella lista degli scarti siderurgici ci sono anche macchinari agricoli, vagoni ferroviari, carrelli, condotte di ferro, tralicci elettrici, attrezzature navali e ferroviarie e così via. Tutto viene demolito per selezionare e preparare ciò che può andare in fonderia e avere una nuova vita.

Il lavoro va bene, al punto che anche i fratelli del ragazzo, Giuseppe e Dalida, hanno scelto di percorrere la stessa strada imprenditoriale sempre con il supporto di Insieme per il lavoro che, nei percorsi per l’Autoimpiego, permette di verificare la sostenibilità economica della propria idea imprenditoriale e pianificare, anche con una formazione specifica, le attività propedeutiche all’avviamento della startup. La compravendita di rottami è un settore con delle potenzialità, “anche la concorrenza è tanta – precisa Ahmetovic – ma è soprattutto basata sul lavoro sommerso. Fare invece le cose in regola è molto vantaggioso".

“Il ragazzo ha fatto passi in avanti notevoli, ma all’inizio eravamo all’oscuro di tutto, non sapevamo come muoverci e - a dirla tutta - non avremmo mai immaginato un successo rapido”. Lo dice Giorgio Boschi, di Caritas, che ha fatto da tramite tra l’aspirante imprenditore e Insieme per il lavoro. “La collaborazione con il progetto si è rivelata fondamentale anche per avviare il lungo iter che ha portato all’attestazione della capacità economico-finanziaria da parte della banca, essenziale per ottenere, dopo un anno di passaggi burocratici, l’iscrizione nel registro dei Gestori ambientali”, aggiunge Boschi. Un traguardo importantissimo per quella che nel 2018 era poco più di un’idea mentre oggi, a soli tre anni di distanza, è una realtà florida.