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Verso un altro genere di lavoro: il diario degli incontri con l'associazione Gruppo Trans

Dallo scorso anno lo staff di Insieme per il lavoro partecipa ai progetti dell'associazione LGBTQIA+ bolognese, per promuovere l'accompagnamento lavorativo delle persone trans e non binarie. Ecco cosa è successo finora.

Incontro Generi al lavoro - Gruppo Trans e Insieme per il lavoro
 

“Diritti LGBT, identità di genere, linguaggio inclusivo… Ok, ma i problemi concreti come il lavoro vengono prima!” È solo un esempio di una mentalità diffusa, che separa i temi considerati "individuali" da quelli "sociali". Ma per le persone trans e non binarie, diritti umani e lavoro sono questioni inestricabilmente legate. L’accesso al mercato del lavoro, per chi non si identifica con l’identità di genere assegnata alla nascita, è un percorso a ostacoli.
Secondo ricerche recenti di Istat e UNAR e Randstad, la comunità LGBTQIA+ è sottoposta a discriminazioni e mobbing più della media delle lavoratrici e dei lavoratori. La precarietà può sfociare in autoesclusione e disagio psicologico, innescando un circolo vizioso: è un aspetto del cosiddetto minority stress, lo stato di costante pressione che sperimenta chi fa parte di una minoranza. E le conseguenze non riguardano solo chi lo subisce: anche le aziende e il sistema produttivo perdono talenti e punti di vista preziosi.
Per approfondire questi fenomeni e capire come affrontarli, il progetto Insieme per il lavoro è stato coinvolto in una collaborazione con Gruppo Trans APS. 

Un Patto per ridurre le distanze. L’associazione Gruppo Trans è attiva a Bologna dal 2016 per tutelare i diritti e promuovere la visibilità delle persone trans, non binarie e intersex. Il suo impegno sul territorio ha incontrato la nostra attività per gli inserimenti lavorativi nelle imprese bolognesi, arricchendo allo stesso tempo la nostra riflessione sui fattori che tengono le persone ai margini del mercato (presentata anche nell’ultimo report del progetto).
A primavera del 2024, Lisa Mattei – referente di questo progetto per Insieme per il lavoro – ha iniziato la collaborazione con l’Associazione, che ha portato prima a un incontro di formazione sulla comunicazione con tutto il team, poi ad altre attività realizzate da Gruppo Trans all’interno del Patto di collaborazione che ha coinvolto il Comune di Bologna e numerose realtà LGBTQIA+. Tra queste, due workshop pubblici del progetto Generi al lavoro: uno centrato sul dialogo con gli stakeholder locali, l’altro focalizzato su diritti, bisogni e condizioni lavorative.

Un linguaggio per rispettare, non solo a parole. L’incontro di formazione sulla comunicazione inclusiva ha affrontato vari temi. Di cosa ha bisogno chi ha avviato una transizione di genere? Come interagire con chi non si riconosce nel dualismo M/F? Come può una persona essere sé stessa al lavoro, se i documenti riportano un nome che non le appartiene più?
L’ultima domanda apre questioni sia relazionali che formali. In Italia, per cambiare anagraficamente genere occorre affrontare un iter giudiziario lungo e complesso (regolato dalla legge 164 del 1982), che fino al 2015 richiedeva anche l’intervento chirurgico di cambio di sesso. L’incoerenza tra identità affermata e realtà burocratica impedisce di fatto l’inserimento lavorativo di molte persone trans o non binarie.

Carriera alias, l’altro nome dell’inclusione. Per aggirare questo ostacolo, diverse amministrazioni e aziende hanno introdotto la "carriera alias", cioè un profilo alternativo con il nome “d’elezione” (quello scelto per sé) al posto del nome registrato all’anagrafe. Il Comune di Bologna è stato il primo in Italia ad adottare questa soluzione, applicandolo agli strumenti per il personale (i badge, le email e la documentazione interna), e ai servizi per la cittadinanza (come la tessera del bus o della biblioteca). Anche Insieme per il lavoro ha fatto la sua parte, permettendo l’iscrizione ai servizi senza indicare il genere.

Imprese e cultura DE&I: una strada aperta. Molte imprese bolognesi si stanno muovendo in direzione delle politiche DE&I (Diversity, Equity & Inclusion), impegnandosi a costruire ambienti di lavoro aperti e rispettosi. Una scelta incoraggiata anche dai dati: maggiore differenza in molti casi significa maggiore innovazione, più risultati e meno turn over. A indicare la strada ci sono alcuni leader di mercato e le tante imprese sociali e cooperative presenti sul territorio, sensibili al tema dei diritti e attente alla employer reputation. Ma non tutte le realtà aziendali sono culturalmente pronte: la formazione delle imprese e l’accompagnamento delle persone restano fondamentali. Sul primo punto lavora Gruppo Trans, con percorsi formativi per aziende che includono buone pratiche e attività di team building, mentre il secondo è il campo d’azione di Insieme per il lavoro.

Accompagnamento e matching consapevole. Il progetto applica la metodologia IPS (Individual Placement Support), che mette al centro la persona, la sua individualità e il suo percorso. L’approccio più efficace anche per l’inserimento lavorativo delle persone in transizione o non cisgender. La collaborazione con Gruppo Trans ha portato, concretamente, all’accesso ai servizi di orientamento di Insieme per il lavoro da parte di sette utenti.
Ogni colloquio e ogni ipotesi di inserimento comporta un’attenta attività di mediazione. Non tutte le persone sono pronte per qualsiasi contesto lavorativo, e non tutte le aziende sono pronte ad accoglierle. Serve quindi un accompagnamento personalizzato, che consideri tempi e bisogni, clima aziendale e disponibilità alla carriera alias. A volte il matching è più facile, in altri casi la scelta giusta è attendere - in accordo con la persona in orientamento - una fase di maggiore stabilità personale o la disponibilità di aziende con reparti di risorse umane HR LGBTQIA+ friendly. In ogni caso, l’obiettivo resta lo stesso: creare percorsi di inclusione professionale e sociale autentici, rispettosi e duraturi.

 
Data ultimo aggiornamento: 01-08-2025